CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI UN ASILO NIDO AZIENDALE NELLA SEDE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE LAZIO, VIA C .COLOMBO N.212 – ROMA – 2011 – PROGETTO MENZIONATO
L’atteggiamento progettuale è stato quello di lavorare sull’edificio esistente nel rispetto della sua spazialità. L’impianto distributivo segue una grande linearità e individua le diverse zone funzionali caratterizzate da volumi autonomi dal perimetro dell’edificio.
L’aspetto esterno della costruzione, nella parte basamentale subisce una trasformazione attraverso la parziale modifica delle aperture e tamponature di facciata esistenti e la foderatura dei pilastri con un sistema di griglie metalliche e pannelli di policarbonato con colori diversi sul quale sono apposte delle immagini che funzionano come richiamo simbolico, evocativo della natura. I “carter” di rivestimento dei pilastri al primo e al secondo livello, contengono un sistema di illuminazione che consente di implementare la luce naturale, garantendo buone condizioni di illuminamento anche negli spazi al primo livello.
All’interno è evidente un chiaro contrasto tra esistente e nuovo. Parti preesistenti e parti aggiunte sono tenute ben distinte sia per i materiali che per la forma. Le aule, con ambienti distinti e divise per fasce di età dei bambini, sono pensate come volumi autonomi, regolari, distribuiti da un collegamento trasversale lungo il quale si trova anche la scala di collegamento tra i due livelli.
L’ uso di colori vivaci giallo, arancio, verde, blu, rosso per i rivestimenti e le pareti vetrate delle “aule” determina una giustapposizione visiva dei volumi che varia al variare della luce e che contribuisce a creare una condizione di serenità e di allegria.
Gli elementi di chiusura dei lucernai esistenti sono stati rimossi e sostituiti. In corrispondenza dei nuovi lucernai, ottimizzati dal punto di vista della trasmissione luminosa, sono stati pensati due spazi per le attività sensoriali per i bambini: il giardino e lo spazio per le attività musicali, “teatrali”.
Il “giardino d’inverno” è delimitato da vetrate ed è utilizzabile come luogo di gioco e osservazione del variare della luce e del tempo. Al suo interno si è prevista la messa a dimora di idonee piantumazioni. In corrispondenza dell’altro lucernaio vi è una grande pedana circolare con lievi variazioni di quota e con uno spazio rialzato, dominato dalla presenza sul soffitto di un “cilindro di luce” realizzato con pannelli di barrisol che diffonde e amplifica la luce che proviene dall’alto delimitando una zona ben individuata dalla differente luminosità.
Nello specifico gli spazi dell’asilo nido sono cosi distribuiti e organizzati:
L’asilo è circondato da un giardino con accesso controllato protetto e sicuro ad uso esclusivo del nido, recintato in modo da essere diviso anche visivamente dall’esterno. L’ingresso principale avviene attraverso l’atrio della palazzina “C” al secondo livello. Un altro ingresso è possibile nello spazio corrispondente al primo livello (badge). In corrispondenza della zona di cucina e spazi al personale è collocato un altro accesso dedicato che facilita le operazioni di carico scarico e permette di separare i flussi.
E’ un dato di fatto che spesso gli edifici o parti di essi sopravvivono agli scopi cui furono originariamente destinati, che struttura spaziale e architettonica sono più longevi dello scopo che le ha generate.
Il tema dell’integrazione tra nuova architettura e strutture esistenti rappresenta un’occasione di creare le condizioni per nuovi modi di vivere gli edifici esistenti, adeguandone gli spazi a diverse, sopraggiunte esigenze. Si tratta di esperienze progettuali che, nella loro concezione, si rivolgono alle richieste di una società in trasformazione e che possono dimostrare come, attraverso un pensiero flessibile e principi di sostenibilità, si aprano nuove possibilità per l’architettura e, più in generale, per il modo di fruire la città.Le mutate condizioni di vita richiedono oggi una risposta in termini di ottimizzazione del rapporto tra vita privata e familiare e contesto lavorativo e sociale nel senso di un sempre maggiore avvicinamento dei due ambiti.
L’inserimento di un asilo nel complesso della sede della Regione Lazio a Roma è una occasione progettuale complessa che prevede la trasformazione di un edificio esistente attraverso l’inserimento di una nuova attività con sue proprie caratteristiche funzionali e prestazionali.La necessità di collocare una struttura educativa all’interno dell’edificio è stata intesa come possibilità di riorganizzazione spaziale attraverso l’introduzione di nuovi elementi architettonici e funzionali per lo più in aggiunta alla struttura materiale e figurale esistente.
Il nuovo assetto è espressione di una volontà di riconnotazione su due ‘registri’ diversi: quello dell’esistente, lasciato integro nella sua spazialità fondamentale e quello del nuovo, risolto in sé, ma non estraneo all’architettura dell’edificio preesistente.
Lo spazio dell’asilo è pensato in relazione ai bambini e ai genitori-lavoratori, ma ha anche una sua discreta, ma decisa riconoscibilità sia dall’esterno che per via della particolare organizzazione e soluzione formale degli spazi interni.
Una delle priorità del progetto è stata quella di rendere visibile, valorizzare ed evidenziare attraverso il progetto architettonico e con i suoi strumenti, l’iniziativa della Committenza che, in senso generale riguarda un gruppo sociale vasto.
Realizzare un asilo nido all’interno del complesso degli uffici della Regione rappresenta infatti un’espressione di apertura alle necessità del contesto sociale, una forma di attenzione per le esigenze dei dipendenti e dei loro bambini, ma anche, in linea generale un importante suggerimento di un diverso modo di vivere il luogo di lavoro.
L’apertura di un nido contribuisce al miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso la riduzione del tempo da dedicare alla ricerca all’accompagnamento dei figli agli asili nido; attraverso la possibilità di favorire un rientro delle lavoratrici dalla maternità in tempi più rapidi e favorisce un atteggiamento più sereno attraverso il sostegno alla gestione familiare.
Inoltre può essere un modo per creare nuove condizioni e possibilità di sviluppo e carriera per le donne.
Ma la realizzazione di un asilo nido deve rispondere innanzitutto ai bisogni dei bambini.
L’idea generale che ha guidato la progettazione deriva da una interpretazione del sistema tipologico base di riferimento degli edifici per l’educazione. La distinzione canonica spazi serviti/spazi serventi è stata declinata in modo da definire entrambi come spazi relazionali sofisticati, che si differenziano sostanzialmente per il grado di socialità e/o concentrazione delle attività che accolgono.
Mantenendo le caratteristiche fondamentali degli spazi d’aula, si è inteso modificare il ruolo e la morfologia degli spazi cosiddetti di “distribuzione” che per dimensioni, forma, posizione e proporzioni diventano il centro delle attività relazionali e definiscono la qualità complessiva dell’intervento.
PROGETTO: E. Avallone, G. Forte, A. Sciolari, Francesco Paolo Quaranta
CONSULENTE PER GLI ASPETTI IMPIANTISTICI E STRUTTURALI: M. Musmeci